LAVORARE SULL’ORGANICO POTENZIATO: una sfida per chi sa reinventarsi

Sono una docente di musica nella scuola superiore di primo grado, e quest’anno ho lavorato in organico potenziato, in una scuola in provincia di Monza e Brianza. 

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Durante il collegio docenti tenutosi prima che io accettassi l’incarico, venivano stabiliti i criteri di utilizzo dell’insegnante dell’organico potenziato che erano i seguenti: attività di recupero e potenziamento per le classi terze, attività di laboratorio a classi aperte per le classi prime, in contemporaneità con musica e arte, attività di recupero di matematica e italiano (in questo caso le docenti delle discipline rimanevano in classe e io ero a disposizione per le supplenze) e progetti deliberati dal Consiglio di classe per un massimo di 15 ore (questi progetti saltavano se in quelle ore sorgeva la necessità di utilizzarmi per le supplenze)

Come si può vedere dallo schema, di ore vere e proprie di musica su 18 settimanali ne facevo solamente 2, perché le classi prime erano accorpate per il progetto; il resto era tutto da definire. Peccato però che io sia una docente di musica.

La mia fortuna è stata il fatto di avere anche altre abilità e competenze.

In realtà la prima settimana entrai come “uditrice” nelle classi terze e seconde e questo mi fu molto utile per proporre in accordo con i docenti, il progetto che ritenevo utile tenendo conto anche del mio background.

Essendo anche laureata in giurisprudenza inizialmente mi proposi per un progetto riguardante la legalità nell’uso di social network, le norme di comportamento e galateo su internet, i reati in cui i minorenni possono incappare utilizzando internet ma successivamente mi venne consigliato di fare un progetto di recupero di grammatica e uno di informatica per aiutare i ragazzi di terza a creare la mappa concettuale in vista dell’esame.

Assistendo alle lezioni di inglese, mi è venuto in mente di proporre un progetto che legasse la musica e inglese, (ho studiato inglese e ho preso un diploma al British Council) e quindi ho affrontato la storia del rock dal punto di vista dell’analisi musicale analizzando però contemporaneamente testi in inglese. Questo progetto purtroppo non sono riuscita a finirlo perché ogni volta che dovevo entrare in classe mi affidavano qualche supplenza per sostituire la docente assente.

Allo stesso modo è andata per un progetto che avrei dovuto fare con l’insegnante di tecnologia con le classi seconde, che prevedeva l’utilizzo di powerpoint per creare un lavoro sull’alimentazione.

Se devo dare un giudizio sul tipo di esperienza, direi che ci sono stati aspetti positivi ma anche aspetti negativi.

Mi è piaciuto mettere in campo tutte le mie competenze, non solo quelle musicali, proporre progetti e cimentarmi in materie diverse; questa davvero è stata un’esperienza impagabile.

Il lato negativo è che purtroppo alcuni progetti non sono andati in porto.

Inoltre è stato particolarmente faticoso perché ad esempio mi sono capitati giorni in cui su 6 ore ne avevo 5 di supplenze in classi diverse.

Sarebbe stato diverso fare due ore di supplenza alla settimana, piuttosto che avere 12 ore a disposizione per le supplenze. Un conto è avere assegnate le proprie classi, e vederle con regolarità due o tre volte a settimana; un conto è entrare sempre in classi diverse con la difficoltà di memorizzare volti e nomi.

Per quanto riguarda le classi in cui avevo i progetti poteva capitare che le vedessi due volte al mese, con la difficoltà di riprendere il filo di un progetto che può saltare da un momento all’altro.

Il secondo aspetto negativo è che le lezioni andavano fatte tutte in compresenza; questo ha fatto sì che gli allievi non mi vedessero come una loro docente ma come una sorta di aiutante della docente di classe; il fatto poi che io non potessi mettere voti e giudizi ha complicato ulteriormente la cosa.

Non solo: non avevo una totale autonomia nei progetti perché se i docenti di classe quel giorno decidevano di interrogare o andare avanti con il programma io tornavo in sala professori.

Insomma, lavorare in organico potenziato può dare molte soddisfazioni, ma senz’altro c’è la difficoltà di non lavorare con costanza nelle stesse classi, (non ho avuto accesso al registro elettronico e nemmeno ho mai partecipato agli scrutini) di non riuscire ad avere un rapporto didattico continuativo e la lacuna di non poter valutare gli allievi per avere un feed back sul percorso fatto.

 

A cura di Kia