Le novità in materia di formazione iniziale degli insegnanti previste dalla L. 107/2015

L’art. 1, co. 181, lett. b), della L. 107/2015 ha conferito una delega al Governo per il riordino, l’adeguamento e la semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria.

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In particolare, nei principi e criteri direttivi da seguire per l’esercizio della delega è previsto 

Più specificamente, il percorso si articola:

· in un concorso nazionale riservato a chi possieda un diploma di laurea magistrale o, per le discipline artistiche e musicali, un diploma accademico di secondo livello, coerente con la classe disciplinare di concorso;

· nella stipula con i vincitori di un contratto retribuito di formazione e apprendistato professionale a tempo determinato, di durata triennale;

· nel conseguimento, nel primo anno di contratto, di un diploma di specializzazione all’insegnamento secondario;

· nell’effettuazione, nei due anni successivi al conseguimento del diploma, di tirocini formativi e graduale assunzione della funzione docente;

· nella sottoscrizione del contratto di lavoro a tempo indeterminato, alla conclusione del periodo di formazione e apprendistato professionale, valutato positivamente.

Il percorso descritto deve divenire gradualmente l’unico per accedere all’insegnamento nella scuola secondaria statale e, dunque, si prevede l’introduzione di una disciplina transitoria in relazione ai percorsi formativi e abilitanti e alla disciplina del reclutamento previsti attualmente.

La delega deve essere esercitata entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

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Il MIUR autorizza le proroghe dei contratti fino al 31 agosto per il personale ATA

Con la nota 15307 del 31.5.2016 il MIUR chiarisce che i contratti di supplenza, per il personale ATA conferiti su posti in organico di diritto potranno avere scadenza al 31 agosto. Tali contratti erano stati fatti precedentemente con scadenza al 30 giugno per non ostacolare la procedura di mobilità intercompartimentale, soprattutto il personale in esubero delle province.

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La nota MIUR inoltre, precisa che per le supplenze sui posti non vacanti, ma disponibili, i contratti potranno essere prorogati a norma del Regolamento delle supplenze DM 430/2000, confermando le stesse modalità dei precedenti anni scolastici.

ITS NAUTICI, IL DIPLOMA ABILITA ALLA PROFESSIONE

ITS, ok in Conferenza Unificata a prova unica per diploma e abilitazione professionale per Ufficiale di coperta e Ufficiale di macchina nell’area della Mobilità sostenibile.

ITS nauticiE’ stato approvato oggi, in Conferenza Unificata, lo schema di decreto relativo alle linee guida per i percorsi degli Istituti Tecnici Superiori afferenti all’area della Mobilità sostenibile. Il decreto prevede l’unificazione delle prove di verifica finale per il rilascio del diploma ITS con le prove per il conseguimento delle abilitazioni professionali di Ufficiale di coperta e di Ufficiale di macchina.

I diplomati degli ITS nell’ambito della mobilità sostenibile non dovranno più sostenere, dunque, un ulteriore esame per essere abilitati allo svolgimento della professione ma conseguiranno contemporaneamente, con un’unica prova di verifica, sia il titolo di tecnico superiore che l’abilitazione all’esercizio della professione.

“L’unificazione tra diploma e certificazione è un passaggio fondamentale, che elimina esami doppioni e passaggi che non aiutavano i diplomati – commenta il Sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi – Una novità che permette a circa 500 studenti, che completano il loro percorso di studi negli ITS dell’area mobilità sostenibile, di avere tutte le carte in regola per affrontare la professione di ufficiale di marina mercantile, di coperta e di macchina. Stiamo perseguendo in maniera decisiva gli obiettivi che il Miur e il Parlamento si sono dati, mettere sempre più in contatto il mondo della formazione terziaria professionalizzante con il mondo del lavoro, per dare ai ragazzi quelle competenze immediatamente spendibili e che il sistema produttivo ci richiede”.

Fonte: MIUR

(Ufficio Stampa del 12 maggio 2016 )

 

 

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LAVORARE SULL’ORGANICO POTENZIATO: una sfida per chi sa reinventarsi

Sono una docente di musica nella scuola superiore di primo grado, e quest’anno ho lavorato in organico potenziato, in una scuola in provincia di Monza e Brianza. 

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Durante il collegio docenti tenutosi prima che io accettassi l’incarico, venivano stabiliti i criteri di utilizzo dell’insegnante dell’organico potenziato che erano i seguenti: attività di recupero e potenziamento per le classi terze, attività di laboratorio a classi aperte per le classi prime, in contemporaneità con musica e arte, attività di recupero di matematica e italiano (in questo caso le docenti delle discipline rimanevano in classe e io ero a disposizione per le supplenze) e progetti deliberati dal Consiglio di classe per un massimo di 15 ore (questi progetti saltavano se in quelle ore sorgeva la necessità di utilizzarmi per le supplenze)

Come si può vedere dallo schema, di ore vere e proprie di musica su 18 settimanali ne facevo solamente 2, perché le classi prime erano accorpate per il progetto; il resto era tutto da definire. Peccato però che io sia una docente di musica.

La mia fortuna è stata il fatto di avere anche altre abilità e competenze.

In realtà la prima settimana entrai come “uditrice” nelle classi terze e seconde e questo mi fu molto utile per proporre in accordo con i docenti, il progetto che ritenevo utile tenendo conto anche del mio background.

Essendo anche laureata in giurisprudenza inizialmente mi proposi per un progetto riguardante la legalità nell’uso di social network, le norme di comportamento e galateo su internet, i reati in cui i minorenni possono incappare utilizzando internet ma successivamente mi venne consigliato di fare un progetto di recupero di grammatica e uno di informatica per aiutare i ragazzi di terza a creare la mappa concettuale in vista dell’esame.

Assistendo alle lezioni di inglese, mi è venuto in mente di proporre un progetto che legasse la musica e inglese, (ho studiato inglese e ho preso un diploma al British Council) e quindi ho affrontato la storia del rock dal punto di vista dell’analisi musicale analizzando però contemporaneamente testi in inglese. Questo progetto purtroppo non sono riuscita a finirlo perché ogni volta che dovevo entrare in classe mi affidavano qualche supplenza per sostituire la docente assente.

Allo stesso modo è andata per un progetto che avrei dovuto fare con l’insegnante di tecnologia con le classi seconde, che prevedeva l’utilizzo di powerpoint per creare un lavoro sull’alimentazione.

Se devo dare un giudizio sul tipo di esperienza, direi che ci sono stati aspetti positivi ma anche aspetti negativi.

Mi è piaciuto mettere in campo tutte le mie competenze, non solo quelle musicali, proporre progetti e cimentarmi in materie diverse; questa davvero è stata un’esperienza impagabile.

Il lato negativo è che purtroppo alcuni progetti non sono andati in porto.

Inoltre è stato particolarmente faticoso perché ad esempio mi sono capitati giorni in cui su 6 ore ne avevo 5 di supplenze in classi diverse.

Sarebbe stato diverso fare due ore di supplenza alla settimana, piuttosto che avere 12 ore a disposizione per le supplenze. Un conto è avere assegnate le proprie classi, e vederle con regolarità due o tre volte a settimana; un conto è entrare sempre in classi diverse con la difficoltà di memorizzare volti e nomi.

Per quanto riguarda le classi in cui avevo i progetti poteva capitare che le vedessi due volte al mese, con la difficoltà di riprendere il filo di un progetto che può saltare da un momento all’altro.

Il secondo aspetto negativo è che le lezioni andavano fatte tutte in compresenza; questo ha fatto sì che gli allievi non mi vedessero come una loro docente ma come una sorta di aiutante della docente di classe; il fatto poi che io non potessi mettere voti e giudizi ha complicato ulteriormente la cosa.

Non solo: non avevo una totale autonomia nei progetti perché se i docenti di classe quel giorno decidevano di interrogare o andare avanti con il programma io tornavo in sala professori.

Insomma, lavorare in organico potenziato può dare molte soddisfazioni, ma senz’altro c’è la difficoltà di non lavorare con costanza nelle stesse classi, (non ho avuto accesso al registro elettronico e nemmeno ho mai partecipato agli scrutini) di non riuscire ad avere un rapporto didattico continuativo e la lacuna di non poter valutare gli allievi per avere un feed back sul percorso fatto.

 

A cura di Kia

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Scuole: bando da 5 milioni di euro per biblioteche innovative

Possono partecipare scuole statali di ogni ordine e grado, dall’infanzia alla secondaria. Ogni progetto ammesso al finanziamento riceverà fino a 10.000 euro.

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Un bando da 5 milioni di euro per la creazione nelle scuole italiane di biblioteche innovative. E un’iniziativa, “Generazione 2000.

I contemporanei in classe”, per portare in tutti gli istituti 10 libri di narrativa scelti dagli studenti fra quelli italiani editi a partire dal 2000 e incentivare il protagonismo dei ragazzi. Sono le iniziative che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, lancia oggi in occasione dell’apertura del Salone Internazionale del Libro di Torino di cui il Miur è, da quest’anno, fra i soci fondatori.

“Per l’apertura del Salone del Libro abbiamo voluto avviare due iniziative concrete. Da un lato, il rilancio della biblioteca scolastica, che va ripensata e immaginata come un vero e proprio laboratorio innovativo. Dall’altro, un progetto per portare nella dotazione libraria delle scuole anche i testi più recenti della narrativa italiana. Saranno i ragazzi a scegliere dieci titoli che, a seguito di una votazione che avviamo oggi al Salone e che andrà avanti on line e nelle scuole fino a ottobre, forniremo a tutti gli istituti in formato digitale o misto”, illustra il Ministro Stefania Giannini, che per l’apertura della kermesse ha inviato un video saluto agli organizzatori.

“Il Miur è entrato nella struttura del Salone perché questo Governo ha scelto da subito di investire su una società fondata sulla cultura e sull’istruzione. Su questo abbiamo organizzato, in questi due anni di mandato, politiche molto coerenti”. Il Ministro non ha potuto presenziare all’inaugurazione perché impegnata nel G7 in Giappone.

Le 500 biblioteche innovative

Da oggi è on line, sul sito del Ministero, un avviso pubblico dal valore di 5 milioni di euro per la creazione di 500 biblioteche scolastiche innovative. Le nuove biblioteche dovranno essere aperte al territorio, anche fuori dall’orario scolastico, per essere fruibili dagli studenti, dai cittadini e dalle famiglie. Dovranno promuovere la lettura e l’educazione all’informazione anche attraverso il prestito dei testi in formato digitale, dovranno informatizzare il loro patrimonio, dotarsi di abbonamenti on line a riviste e quotidiani.

Possono partecipare al bando scuole statali di ogni ordine e grado, dall’infanzia alla secondaria. Ogni progetto ammesso al finanziamento riceverà fino a 10.000 euro. Potranno essere create o riqualificate 500 biblioteche.

I contemporanei tra i banchi

Presso lo stand del Miur al Salone sarà disponibile, da oggi e fino alla chiusura dell’evento, una postazione informatica attraverso cui i ragazzi presenti alla manifestazione potranno partecipare all’iniziativa “Generazione 2000. I contemporanei in classe”. Da oggi e fino a ottobre, on line e attraverso dibattiti in aula, il Miur chiederà agli studenti della secondaria di I e II grado di indicare i 10 libri di narrativa contemporanea, editi dal 2000, che vorrebbero avere nella dotazione libraria della loro scuola. L’hashtag sui social sarà #iMiei10libri.

Per gli alunni della primaria – che avranno una sezione a loro dedicata dell’iniziativa – i testi dovranno essere fiabe, racconti e testi di letteratura per bambini. Libri non solo italiani, ma anche europei. Dopo la chiusura del Salone, e fino ad ottobre, sarà aperta un’apposita piattaforma per registrare i voti degli studenti, attraverso un’attività di approfondimento in classe, per la scelta dei 10 libri che saranno poi forniti a tutte le scuole in formato digitale o misto e quindi accessibili a tutti gli studenti.

Il Miur al Salone

Un Ted Lab per raccontare la forza e l’eccellenza della formazione italiana. La sfida per il podio delle Olimpiadi di Lingue e Civiltà classiche. E poi convegni, incontri, laboratori. Sono fra le principali iniziative che segnano la presenza del Miur al Salone dedicato al tema “Visioni”

Il Miur sarà presente con un proprio stand presso il Bookstock Village. Sarà il Ted Lab, di questo pomeriggio, dalle ore 15 alle ore 16.30, presso la Sala Gialla, ad inaugurare il programma delle iniziative promosse dal Ministero. Il Ted, sul modello delle Ted Conferences americane, in linea con il tema del Salone affronterà la visionarietà della cultura e dell’istruzione. Gli studenti avranno modo di confrontarsi con il Ministro dei Beni e Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, con il Capo di Gabinetto del Miur, Alessandro Fusacchia, con Massimo Bray, presidente della Treccani e con l’autore Lorenzo Casini.

Un grande focus sarà poi dedicato all’alternanza scuola-lavoro. Da segnalare l’incontro “Andare a Bottega”, sabato 14 maggio, dalle ore 10 alle ore 11, presso la Sala Blu a cui prenderà parte il Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi. Tutti gli eventi sono promossi con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte. Ci saranno poi laboratori dedicati alla robotica, al design, alla moda e alla creatività. E poi concerti e spettacoli. E ancora reading con il corner “Un libro al giorno” presso il nostro stand.

Il programma non finisce qui. Una visione del futuro non può prescindere da una identità pregressa. E l’identità del nostro Paese è soprattutto un patrimonio di conoscenze che ha le sue radici nella cultura classica. Per questo è stato scelto quest’anno il Salone di Torino, per ospitare la finale delle Olimpiadi di Lingue e Civiltà Classiche che vede in gara 133 alunni provenienti da tutta Italia. La cerimonia di premiazione si terrà venerdì 13 maggio, dalle ore 11.30, presso la Sala Rossa. A consegnare i riconoscimenti agli studenti anche Luciano Canfora, Valerio Massimo Manfredi, Carlo Ossola, Armando Spataro, Fabio Vaccarono.

Fonte: Miur 

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Sciopero generale comparto scuola del 20 maggio 2016

Le organizzazioni sindacali Flc-Cgil, Cisl-Scuola. Uil-Scuola, Snals-Confsal hanno proclamato “lo sciopero per l’intera giornata del 20 maggio 2016 del personale docente educativo, ATA e del personale dell’Area V della dirigenza”

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“La questione centrale posta da questo sciopero è quella del rinnovo del contratto e quella del diritto alla contrattazione” dice Domenico Pantaleo della Flc Cgil.

Il contratto non viene rinnovato da sette anni, nonostante la Corte costituzionale e una successiva pronuncia del Tribunale di Roma abbiano sentenziato l’illegittimità di ulteriori rinvii.

Sul fronte del personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA), ignorato dalla legge 107 ma è “oggetto di attenzioni inaccettabili dalle varie leggi di Stabilità”.

Altro nodo è quello dei precari, non ci sono state né le 150mila assunzioni previste in origine dal rapporto “Buona Scuola”, né le 100mila del testo definitivo.

Nemmeno la “supplentite” è stata debellata, se è vero che abbiamo quest’anno piu’ supplenti per l’intero anno scolastico di quanti ve ne fossero nell’anno precedente (quasi 150mila contro i 118mila dello scorso anno).

 

Fonte: Snals.it

 

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Parlamento europeo offre 600 posti per tirocinanti

Durata dei tirocini cinque mesi non prorogabili. Euro 1.252,26 mensili per le sedi di Bruxelles e Lussemburgo. Scadenza il 15 maggio 2016.

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Al Parlamento Europeo si potranno svolgere 600 tirocini retribuiti, per un periodo di 5 mesi, riservati ai titolari di “diplomi universitari” con il fine di completare le conoscenze acquisite durante i rispettivi corsi di studi, al fine di familiarizzare con l’attività esercitata dall’Unione Europea e specificamente con il Parlamento Europeo.

Tali tirocini prevedono:

– un’opzione generale aperta a tutti i candidati che soddisfano le condizioni di ammissione.

– un’opzione giornalismo. I candidati devono avere un’esperienza professionale, comprovata da pubblicazioni, dall’iscrizione all’ordine dei giornalisti, di uno Stato membro dell’Unione Europea ovvero, il completamento di una formazione giornalistica.

– un’opzione denominata premio Sacharov. Questo programma è inteso ad approfondire la conoscenza dell’azione del Parlamento Europeo a favore dei “diritti umani” ed è rivolto a giovani interessati appunto alle tematiche dei diritti umani.

I candidati ad uno dei tirocini, in trattazione, devono essere cittadini di uno Stato membro dell’Unione Europea ovvero un Paese candidato all’adesione. Aver compiuto 18 anni, alla data di inizio del tirocinio. Avere una profonda conoscenza di una delle lingue ufficiali dell’Unione Europea. Non aver usufruito di un tirocinio retribuito o anche impiego retribuito, di più di quattro settimane consecutive, a carico del Bilancio dell’Unione Europea.

La durata dei tirocini e’ di cinque mesi non prorogabili. È prevista una borsa mensile di euro 1.252,26 per le sedi di Bruxelles e Lussemburgo. La scadenza è fissata al prossimo 15 maggio 2016. Il periodo di tirocinio va dal 1′ ottobre fino al 28 febbraio.

per maggiori approfondimenti:

Contatti:

European Parliament – Traineeship Office
PRE 03B026 – L- 2929 Luxembourg
Telefono: +352 4300 369
Fax: +352 43 00 248 82
Email: stages@europarl.europa.eu

Database Programmi Europei Eurodesk

Stefano Olivieri Pennesi

Fonte: QPA

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CONCORSO DOCENTI 2016: ALCUNE CONSIDERAZIONI

E’ partito il 28 aprile uno dei concorsi più criticato, chiacchierato e addirittura ribattezzato da molti “concorso truffa”, con le prove scritte che termineranno il 21 maggio, salvo che qualche cosa non faccia ancora slittare il tutto. D’altronde non poteva essere diversamente: questo concorso è “figlio” della Legge 107, soprannominata, scusate l’ironia, LA BUONA SCUOLA.

Concorso docenti 2016

Sono 165.578 candidati più quelli ammessi con riserva, per 63.712 posti, la prova scritta dura 150 minuti.

Il concorso doveva essere bandito entro il 1 dicembre 2015, ma così non è stato, ed il bando è slittato il 26 febbraio 2016, non riuscendo a rispettare nemmeno questa volta la cadenza triennale dei concorsi nell’ambito scolastico e per quanto riguarda la scuola primaria e dell’infanzia già si sa che non saranno immessi in ruolo per l’inizio del prossimo anno scolastico.

La legge “la buona scuola” ha davvero messo in difficoltà Uffici Scolastici e Scuole, imponendo loro di lavorare senza direttive specifiche, mandando sempre delle note generiche mai esaustive.

Non solo: nonostante l’aumento del carico di lavoro, per quanto riguarda il personale A.T.A. da un lato l’attuale governo proclama concorsi ed assunzioni e dall’altro non solo non assume in ruolo detto personale, ma impone di non sostituire il personale assente, e obbliga a coprire i posti vacanti con supplenze non fino al 31 agosto ma fino al 30 giugno.

La parola vergogna in questo caso sembra quasi un complimento.

Ma facciamo un passo indietro e andiamo a vedere come i governi precedenti hanno affrontato il difficile tema del reclutamento degli insegnanti.

La legge 270/1982 aveva introdotto il doppio canale di reclutamento (50% dei posti a concorso ordinario per cattedre e abilitazione e 50% su graduatorie degli abilitati): fu la prima legge che tentava di dare risposte al caos del precariato creatosi negli anni settanta. La massa del precariato è invece aumentata con governi che poco o nulla hanno fatto per garantire la continuità dei bandi di concorso e che hanno provveduto invece ad indire concorsi riservati per fronteggiare le normali emergenze. Nella scuola secondaria (come nell’Università del resto) i grandi concorsi nazionali per l’abilitazione sono sempre stati pochi e molto distanziati negli anni: l’ultimo, come ha segnalato lo stesso Miur è stato nel 1999. Poi il vuoto assoluto fino al 2012.

Proprio nel 1999 avvenne una svolta con il ministro Berlinguer che introdusse la distinzione tra percorsi di abilitazione (lauree magistrali abilitanti, SSIS) e reclutamento mantenendo inalterata l’architettura del doppio canale. Concretamente si toglieva al concorso la possibilità di riconoscere l’abilitazione all’insegnamento, affidandola ad un separato canale universitario. Tuttavia non si capisce come mai Berlinguer e i suoi successori si siano “scordati” di indire, come previsto dalla legge, i concorsi a cattedra creando una situazione di caos nelle graduatorie che da permanenti erano diventate, con Fioroni, ad esaurimento (GaE).

La ministra Gelmini ha infine gettato benzina sul fuoco eliminando le SSIS e promettendo di introdurre in tempi brevi nuovi percorsi di abilitazione con i TFA; peccato che questi TFA siano stati introdotti con enorme ritardo creando nel contempo una ulteriore massa di laureati privi di abilitazione che operavano come supplenti nelle scuole.

Trent’anni di scelte irresponsabili pagate sulla pelle di decine di migliaia di insegnanti costretti ad una situazione di precariato che poteva essere superata con la stabilizzazione prevista dalla direttiva europea n. 70 del 1999 la quale prevedeva il diritto dei precari alla stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio.

Indipendentemente dal fatto che il Ministero non fosse in grado di valutare a priori la consistenza degli organici, le soluzioni potevano e dovevano assolutamente essere cercate (dato che si parla di buona scuola). Una fra le tante poteva essere un piano di reclutamento a lungo termine con una quota di riserva per i docenti precari con più di 36 mesi con obbligo di abilitarsi entro un determinato periodo previsto dalla legge.

Secondo alcune associazioni ci sono circa 250 mila precari da stabilizzare sui cosiddetti posti “vacanti e disponibili”, proprio quei posti che l’ultima sentenza europea stabilisce non possano più essere coperti con il rinnovo dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.

Forse è proprio per evitare i ricorsi che il Governo ha deciso di varare quello che ha chiamato piano straordinario di assunzioni stanziando un miliardo di euro nella legge di stabilità e annoverando esplicitamente nel documento “La buona Scuola” i principi alla base della direttiva europea sopracitata. Tenendo conto che i ricorrenti erano già 6-7 mila, dopo l’ultima sentenza europea, in migliaia avrebbero potuto andare in tribunale per reclamare le loro ragioni.

Come in effetti ci sarebbero più di 25 mila docenti non abilitati ad avere interesse ad essere ammessi al concorso e l’orientamento del TAR, dopo le prime pronunce negative, relativamente ai laureati non abilitati, agli ITP e ai diplomati magistrali a indirizzo linguistico, dovrebbe indirizzarsi a favore dei candidati, considerate le ordinanze n. 1598 e 1600 del Consiglio di Stato, con le quali si sospende la sentenza negativa concedendo l’ammissione con riserva alle prove concorsuali.

Gli Uffici scolastici regionali si sono dovuti di tutta fretta organizzare (come ormai di consuetudine, con la buona scuola non si programma nulla) e per essere ammessi alle prove i ricorrenti devono presentare l’ordinanza di ammissione con riserva; questo perché avendo il TAR del Lazio fissato una data per l’udienza collegiale successiva al termine di presentazione delle domande, ha stabilito in via provvisoria la possibilità di partecipare al concorso, in attesa della sentenza che giudicherà nel merito.

Rimane indiscusso il fatto che il Ministero dell’istruzione non intende ammettere al concorso gli aspiranti non abilitati in quanto la stessa L. 107 prevede il titolo dell’abilitazione all’insegnamento come requisito necessario alla procedura concorsuale.

Ma che dire allora degli specializzandi sul sostegno che ugualmente non sono stati ammessi con il risultato che in cinque regioni del Nord Italia i candidati per il sostegno sono in numero inferiore alla quantità complessiva dei posti messi a concorso?

Per non parlare dei Licei Musicali sorti 5 anni fa: alla loro nascita i licei musicali non avevano classi di concorso apposite cui attingere per assumere gli insegnanti così vennero reclutati i professori di strumento a indirizzo musicale delle medie. Peccato che questi ultimi, dopo aver insegnato e avviato i licei musicali, non possono partecipare al concorso e continuare il percorso iniziato perchè di ruolo nelle scuole medie.

Con l’ulteriore beffa: saranno proprio gli insegnanti di strumento delle medie che formeranno le commissioni di esame per le classi di concorso dei licei musicali.

Ma perché questo pasticcio?

Anche in passato sono stati fatti pasticci analoghi se pensiamo che mentre per le classi di concorso più diffuse sono stati regolarmente attivati i percorsi ordinari (TFA) invece per le classi meno diffuse della ex tabella C l’ultimo concorso abilitante si è svolto nel 1995 e dopo non sono stati più previsti concorsi ordinari.

Ma allora questi casi non sollevano dubbi di incostituzionalità della L. 107 in quanto essa viola il principio Costituzionale espresso dall’art. 97:” I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell’amministrazione”?

Di quale imparzialità si parla se il bando non consente la massima partecipazione in modo da garantire la miglior selezione dei candidati e esclude chi per anni ha lavorato per la pubblica amministrazione? Queste persone andavano bene per insegnare, coprendo posti vacanti che si perpetravano nel corso degli anni ma non sono idonei a partecipare a un concorso per poter continuare a fare quello che hanno finora fatto?

E chi non ha avuto la possibilità di abilitarsi vogliamo escluderlo a priori?

E chi sta terminando il percorso abilitativo ma non ha ancora conseguito l’abilitazione? Dovrà aspettare altri tre anni se va bene? Per non palare di coloro che hanno conseguito il titolo di abilitazione all’estero e sono in attesa del Decreto di riconoscimento da parte del Miur.

Non dimentichiamo che in passato molti diplomati magistrali hanno fatto ricorso per far riconoscere al diploma il valore abilitante, hanno vinto e molti sono passati di ruolo, ma quelli che non hanno fatto ricorso?

Si è creato un sistema per cui, si va avanti solo a ricorsi ed il Governo ne è perfettamente consapevole. Allora perchè non ha fatto nulla? Perché non vuole riconoscere i diritti affermando che l’intento dichiarato è quello di porre fine al precariato storico e di avere insegnanti più preparati? Oppure il vero scopo continua ad essere quello di risparmiare e mantenere il più possibile docenti che hanno meno diritti degli altri di ruolo ma le stesse responsabilità e gli stessi doveri?

Perché si fa una Legge senza ascoltare le parti in causa e dopo devono essere i singoli a correggere il tiro a loro spese facendo ricorso per ristabilire i diritti violati? Perché bisogna far riconoscere ai tribunali questi diritti ormai evidenti? Non era più semplice cercare di sanare queste situazioni considerando i docenti precari che lavorano da anni nella scuola e quelli che hanno iniziato un percorso abilitativo spendendo soldi, tempo e tutte le loro energie come prezioso materiale umano e futuro arricchimento per una scuola che davvero apre le porte non solo a chi si dimostra meritevole sulla carta ma soprattutto sul campo?

 

A cura di redazione scuolaE’

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Bonus strumenti musicali: i chiarimenti sull’esenzione

Nessuna imposta di bollo per certificati e richieste nella circolare n. 15/E del 27.4.2016.

bonus strumenti musicali

Bonus strumenti musicali, nessuna imposta di bollo per i certificati di frequenza, rilasciati dai conservatori e dagli istituti musicali pareggiati, e per le istanze presentate dagli studenti per ottenerli. Questo il principale chiarimento contenuto nella circolare n. 15/E pubblicata oggi riguardante il contributo per l’acquisto di strumenti musicali nuovi e il relativo credito d’imposta a favore del produttore o del rivenditore. Il documento di prassi, inoltre, ricorda le modalità con cui ottenere l’agevolazione e le regole con cui i venditori possono recuperare, tramite credito d’imposta, lo sconto riconosciuto agli acquirenti.

Per chi è l’esenzione – L’esenzione dall’imposta di bollo è valida poiché il certificato di frequenza rientra nell’ambito delle specifiche ipotesi di atti e documenti esenti in modo assoluto dall’imposta di bollo. Inoltre, l’esenzione assolve alla funzione di documentare, anche nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, la sussistenza dei requisiti necessari affinché lo studente possa beneficiare del contributo per l’acquisto dello strumento musicale e il produttore o il rivenditore possa usufruire del relativo credito d’imposta. Il documento di prassi, infine, rammenta che sui documenti rilasciati in esenzione dal pagamento del tributo di bollo è necessario indicare l’uso per il quale gli stessi sono destinati.

Chi può fruire del bonus – All’agevolazione, che consiste in un bonus di 1000 euro, sono ammessi gli studenti dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati, iscritti e in regola con il pagamento delle tasse e dei contributi dovuti nell’anno accademico 2015-2016 o 2016-2017, ai corsi di strumento secondo il precedente ordinamento e ai corsi di laurea di primo livello secondo il nuovo ordinamento. Gli studenti, per poter accedere al beneficio, dovranno richiedere all’istituto un certificato di iscrizione da consegnare al rivenditore al momento dell’acquisto.

Il credito d’imposta per i rivenditori – Al rivenditore che ha praticato lo sconto sul prezzo di vendita dello strumento musicale viene riconosciuto un credito d’imposta di pari ammontare. Per la fruizione del credito, i rivenditori devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, prima della conclusione della vendita, i seguenti dati: il proprio codice fiscale, quello dello studente e dell’istituto che ha rilasciato il certificato di iscrizione, lo strumento musicale, il prezzo totale, comprensivo dell’imposta sul valore aggiunto, e l’ammontare del contributo.

Fonte: Q.P.A.

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Dottori di ricerca, dal 14 aprile candidature per bando PhD ITalents

Il 14 aprile si è aperta la seconda fase di PhD-ITalents.

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Fino al 6 maggio, i dottori di ricerca potranno registrarsi sulla piattaforma di progetto e presentare la propria candidatura. Le combinazioni “offerta di lavoro-dottore di ricerca” ammissibili al cofinanziamento verranno effettuate sulla base del matching fra il profilo dei dottori e le caratteristiche delle posizioni offerte dalle imprese.

Ma quali tipologie di offerta hanno superato la prima fase del progetto?
Le posizioni riservate ai dottori di ricerca sono principalmente concentrate su due aree tematiche:

ICT (il 49%) e Salute e scienze della vita (il 21%). Più esigue quelle che ricadono nelle altre: Agroalimentare (11%); Energia (9%); Mobilità sostenibile e Patrimonio culturale (5% entrambe). La maggior parte è localizzata al Nord (44,1%). Seguono Sud (29,2%), Centro (26,4%) ed Estero (0,3%). La Lombardia è la regione in cui si concentra il più alto numero di offerte di lavoro (15%), seguita da Lazio (11%), Campania e Toscana (9%), Puglia e Veneto (8%) e da Piemonte ed Emilia Romagna (7%).

Le imprese offrono nel 63% dei casi un contratto di lavoro a tempo determinato, di durata triennale, mentre nel restante 37% dei casi si tratta di un contratto a tempo indeterminato.
Il 50% delle posizioni proviene da microimprese con meno di 10 occupati. Il 10% proviene da grandi imprese con più di 250 occupati. Il resto, da organizzazioni con un organico fra le 50 e le 250 unità.
Nel 90% dei casi le imprese dichiarano di avere un’unità organizzativa dedicata a Ricerca e Sviluppo.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.phd-italents.it

Fonte: MIUR

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