ASSEGNAZIONI PROVISORIE 2018/2019 – novità importante i docenti senza il titolo di specializzazione sul sostegno potranno presentare domanda su tale tipologia di posto

Dopo un estenuante attesa è stata resa nota la data delle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. valide per l’anno scolastico 2018/19.

Ass. Provvisorie 2018 19

Il diritto a chiedere l’assegnazione vale anche per i docenti sprovvisti del titolo di specializzazione sul sostegno, a patto che abbiano prestato servizio (anche a tempo determinato) almeno per un anno su posto di sostegno. Per maturare l’anno di servizio sono valide le regole previste dalla legge 124 del 1999 quindi aver prestato servizio per 180 giorni anche frazionatamente oppure aver prestato servizio ininterrottamente dal 1° di febbraio fino alla fine alle operazioni di scrutinio.

INDICHIAMO DI SEGUITO, LE DATE DI SCADENZA ENTRO CUI IL PERSONALE INTERESSATO DOVRÀ PRESENTARE LE DOMANDE:

  • dal 13 al 23 LUGLIO personale docente della scuola dell’INFANZIA e della PRIMARIA (tramite istanze online);
  • dal 16 al 25 LUGLIO personale docente della scuola SECONDARIA di I e II grado (tramite istanze online);
  • dal 16 al 25 LUGLIO personale educativo e docenti di religione cattolica (domande cartacee);
  • dal 16 al 25 LUGLIO personale dei licei musicali – discipline specifiche (domande cartacee).

Si rende noto che le domande, in formato cartaceo, relative alle utilizzazioni nei licei musicali, alle assegnazioni provvisorie e utilizzazioni del personale docente di Religione Cattolica e del personale educativo andranno inviate, all’Ufficio territorialmente competente per la provincia e/o l’Istituzione scolastica presso la quale si intende chiedere la mobilità annuale.

  • PERSONALE A.T.A. ancora da definire.

 

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Riapertura graduatorie di istituto: nuova finestra per abilitati o specializzati sostegno dopo il 1° febbraio 2018

GRADUATORIE DI ISTITUTO COMPILAZIONE DEL MODELLO B PER LA SCELTA DELLE SCUOLE

graduatorie doc

Il Miur, con il decreto n. 784 dell’11 maggio 2018, ha riaperto le graduatorie di istituto, ai fini della costituzione degli elenchi aggiuntivi alla seconda fascia delle medesime, tramite la cosiddetta prima finestra semestrale, in modo da far inserire l’abilitazione o la specializzazione ai docenti che l’hanno conseguita dopo il 24 giugno 2017 ed entro il 1° febbraio 2018.
Il modello di scelta delle sedi da compilare su Istanze Online è il modello B. Sul sito internet del Miur, alla pagina dedicata, sono consultabili i seguenti elenchi:

  • sedi esprimibili e relativa legenda
  • elenco scuole speciali
  • elenco Istituti omnicomprensivi
  • elenco scuole con sezioni di Liceo Musicali e/o Coreutico
  • scelta sedi docenti non già inseriti in graduatoria

Non sono obbligati a presentare il modello B i docenti già inseriti che intendano confermare tutte le istituzioni scolastiche espresse negli anni scolastici precedenti.

Gli aspiranti, non precedentemente iscritti nelle graduatorie di istituto, scelgono le istituzioni scolastiche della medesima provincia della scuola alla quale è stato inoltrato il modello di domanda A3. Scelta sedi docenti già inseriti in graduatoria
Gli insegnanti, già presenti per altri insegnamenti nelle graduatorie di I, II, e III fascia, che chiedono l’inserimento negli elenchi aggiuntivi, possono sostituire, nella stessa provincia di iscrizione, una o più scuole già espresse all’atto della domanda di inserimento/aggiornamento. Le nuove scuole si possono richiedere soltanto per i nuovi insegnamenti, per i quali si chiede l’inserimento nell’elenco aggiuntivo relativo alla finestra del 1° febbraio 2018, mentre non è consentito cambiare sedi nel caso che nelle stesse tali insegnamenti risultino già impartiti. Nella nota si evidenzia, infine, che in caso di sostituzione di sedi, l’aspirante sarà presente nella nuova scuola prescelta solo relativamente agli insegnamenti per i quali si chiede l’inserimento in II fascia aggiuntiva e per i quali ha presentato il modello A3. Di conseguenza l’interessato non sarà presente anche per gli eventuali altri insegnamenti per i quali era precedentemente iscritto nelle sedi sostituite o per i quali risulta iscritto in altra fascia delle graduatorie di istituto di diverse scuole.

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TEST DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA

Pubblicato da parte del Miur il decreto che illustra modalità di svolgimento e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea magistrale a ciclo unico per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria per l’a.a. 2018-2019. La prova si svolgerà il 14 settembre.

SFP 2

Secondo le modalità illustrate con decreto 260 del 03/04/2018, ciascuna università emana il relativo bando e predispone la prova d’accesso, che consiste nella soluzione, in 150 minuti, di 80 quesiti con 4 opzioni di risposta, tra le quali il candidato deve individuare quella corretta, sui seguenti argomenti:

  • competenza linguistica e ragionamento logico (40 quesiti);
  • cultura letteraria, storico-sociale e geografica (20 quesiti);
  • cultura matematico-scientifica (20 quesiti).

Per la valutazione della prova sono assegnati 1 punto per ogni risposta esatta, 0 punti per ogni risposta omessa o errata.

La votazione è integrata in caso di possesso di una Certificazione di competenza linguistica in lingua inglese, di almeno Livello B1 del “Quadro comune Europeo di riferimento per le lingue”, rilasciata da Enti Certificatori riconosciuti dai Governi dei Paesi madrelingua, ricompresi nell’elenco progressivamente aggiornato a cura del Miur.

La graduatoria degli aspiranti all’ammissione al corso di laurea magistrale è costituita dai candidati che hanno conseguito un punteggio non inferiore a 55/80.

Le prove sono organizzate dagli atenei tenendo conto delle esigenze dei candidati con disabilità, che hanno diritto ad un tempo aggiuntivo non eccedente il 50% rispetto a quello previsto.

I candidati con disturbi specifici di apprendimento (DSA) devono presentare idonea certificazione rilasciata da non più di 3 anni da strutture del SSN o da strutture e specialisti accreditati dallo stesso. A tali candidati è concesso un tempo aggiuntivo pari al 30% rispetto a quello previsto.

La prova di ammissione si svolge presso ciascuna sede universitaria il giorno 14 settembre 2018 alle ore 11:00.

Decreto MIUR 03.04.2018, n. 260

Modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea magistrale a ciclo unico per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria – a.a. 2018-2019.

Allegato AProgrammi relativi alla prova di ammissione alla laurea magistrale a ciclo unico per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria a.a. 2018/2019

Competenza linguistica e ragionamento logico

I quesiti mirano ad accertare la capacità di usare correttamente la lingua italiana, di comprendere un testo scritto e di completare logicamente un ragionamento, in modo coerente con le premesse, che sono enunciate in forma simbolica o verbale attraverso quesiti a scelta multipla formulati anche con brevi proposizioni.

I quesiti verteranno su testi di saggistica o narrativa di autori classici o contemporanei, oppure su testi di attualità comparsi su quotidiani o su riviste generaliste o specialistiche; verteranno altresì su casi o problemi, anche di natura astratta, la cui soluzione richiede l’adozione di diverse forme di ragionamento logico.

Cultura letteraria, storico-sociale e geografica

La prova è mirata all’accertamento delle capacità di:

a) individuare le caratteristiche proprie dei generi letterari, orientarsi nella collocazione storico-culturale di un testo classico italiano, riconoscere opere e autori rilevanti della tradizione italiana;

b) distinguere tipologia e rilevanza delle fonti nella ricerca storica, orientarsi nella cronologia degli eventi cruciali, riconoscendo le tappe fondamentali della storia italiana ed europea con riferimento alla specificità dell’organizzazione politica, economica e sociale e ai principali fenomeni politico-culturali dell’età moderna e contemporanea;

c) distinguere e descrivere gli elementi di base della geografia astronomica, fisica, antropica, sociale ed economica.

Cultura matematico-scientifica

La prova è mirata all’accertamento delle capacità di risolvere semplici problemi valutando criticamente le strategie da utilizzare e di descrivere ed interpretare da un punto di vista scientifico eventi semplici del mondo circostante e della vita quotidiana, facendo riferimento alle conoscenze di base nelle seguenti aree disciplinari:

a) matematica ed informatica (insiemi numerici e calcolo aritmetico, calcolo algebrico, geometria euclidea, probabilità, analisi-elaborazione-presentazione dell’informazione);

b) scienze della terra e della vita (ambiente ed ecosistema, atmosfera, clima, acque, vita e organismi viventi, evoluzione biologica);

c) scienze della materia (elementi e sostanze chimiche, legami e reazioni chimiche, produzione dell’energia, fotosintesi, misura delle grandezze fisiche, principi di dinamica, termodinamica, ottica, elettricità, magnetismo, astronomia, mondo microscopico).

A cura di: prof Concetto Toscano

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MIUR, PASSAGGIO DI CONSEGNE FEDELI-BUSSETTI

SI È SVOLTO IL 5 GIUGNO, PRESSO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA, IL PASSAGGIO DI CONSEGNE FRA LA MINISTRA USCENTE VALERIA FEDELI E IL NEO MINISTRO MARCO BUSSETTI.

Valeria Fedeli ha consegnato un dossier al suo successore, dove sono indicate tutte le priorità da inserire in agenda: “Misure per garantire la continuità didattica per i docenti di sostegno non di ruolo e operazioni necessarie per garantire un avvio ordinato del nuovo anno scolastico, con tutti i docenti in cattedra fin dal primo giorno. Sono queste alcune delle urgenze dei prossimi mesi – sottolinea la Ministra – che richiedono un impegno deciso e un intervento veloce da parte del prossimo Ministro.”

“Ridare dignità a chi lavora nella scuola, a tutto il personale, dagli insegnanti, agli amministrativi, ai dirigenti. Ridare slancio, certezze e stabilità al sistema di Istruzione saranno gli obiettivi del mio mandato. Senza tralasciare, ovviamente, il sistema dell’Università e della Ricerca, che sono motore per lo sviluppo del Paese”, ha sottolineato Bussetti. “Con la Ministra uscente – ha proseguito – ci siamo confrontati sulle priorità relative ai settori di competenza del MIUR e sulle urgenze, a partire da quella dei diplomati magistrali. Ma anche sulla necessità di dare continuità al lavoro che il Ministero sta portando avanti sotto il profilo di quei principi guida e di quelle azioni che guardano all’interesse e al bene delle studentesse, degli studenti e delle loro famiglie”.

Fonte Miur

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Marco Bussetti provveditore di Milano, cinquantadue anni, una laurea in scienze motorie, un passato da insegnante di educazione fisica e da allenatore è il nuovo Ministro dell’Istruzione

 

MARCO BUSSETTI PROVVEDITORE DI MILANO, È IL NUOVO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE

Bussetti

Bussetti ha iniziato la sua carriera come insegnante di educazione fisica alle medie, e ha sempre lavorato nell’ambito della scuola. Classe 1962, laureato in Scienze motorie alla Statale di Milano con il massimo dei voti e la lode, già dirigente scolastico dell’ Istituto Comprensivo “Aldo Moro” di Corbetta, comune di 18.388 abitanti a ovest della metropoli lombarda.

Prima di diventare provveditore a Milano nel 2015, è stato dirigente di vari uffici periferici. Ha fatto a lungo l’allenatore di basket (c’è chi ricorda la sua grandezza come coach della squadra di Gallarate), ha fatto parte di diverse commissioni ministeriali sull’ alfabetizzazione motoria nella scuola primaria. È questa una delle sue battaglie più sentite, che è riuscito a far mettere nero su bianco anche nel contratto di governo gialloverde: valorizzare la ginnastica colpevolmente negletta delle scuole italiane introducendo fin dalle elementari la figura dell’insegnante di educazione fisica. Proposta che, nel fare il bene dei nostri figli, avrebbe anche il non secondario vantaggio politico di dare un posto a migliaia di diplomati Isef che giacciono nelle graduatorie scolastiche da anni: a differenza dei prof di matematica delle medie di cui non c’ è traccia in moltissimi regioni soprattutto al Nord, quelli di educazione fisica spesso sono in esubero.

A cura di: dott. Concetto Toscano

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MOBILITÀ: Modifica date per revoca domanda

MOBILITA 2018 19

Per la scuola secondaria, il personale ATA ed educativo le date di comunicazione delle domande e dei posti al SIDI sono state prorogate.

 

  • scuola secondaria di I grado dal 5 al 9 giugno ore 14.00
  • scuola secondaria di II grado dal 22 al 25 giugno ore 20.00
  • personale ATA dal 22 al 25 giugno ore 20.00
  • personale educativo dal 22 al 28 giugno ore 20.00

Nell’Ordinanza n. 207/2018 leggiamo che è possibile revocare la domanda di mobilità presentata, inviando apposita richiesta tramite la scuola di servizio o direttamente all’UST competente per territorio, non oltre il quinto giorno utile prima del termine ultimo previsto per la comunicazione al SIDI dei posti disponibili.

Maieutica e Media Education : approcci vincenti

lezione frontale 2

I media digitali spostano lo spazio da luogo fisico a luogo sociale. Prima il luogo di accesso al sapere era la scuola, oggi il docente lavora su un patrimonio di informazioni da rimodulare. Nelle platee dei numerosi corsi di formazione da me sostenuti in qualità di esperto spicca la necessità di interventi nuovi, innovativi per arginare la crisi culturale emergente . Dal Nord al Sud le problematiche coesistono: apprendere dalla lezione frontale è molto difficile, per non dire impossibile.

Il pedagogista Daniele Novara sostiene che “la lezione frontale, su cui si basa ancora il nostro sistema scolastico, si fonda su una grande illusione: gli alunni “devono ascoltare”. Come non chinarsi davanti a cotanti assunti pedagogici che anche i governi dei tagli ventennali alle risorse sono riusciti a ideare? La stessa Legge 170/2010 “ insiste più volte sul tema della didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio, con ciò lasciando intendere la centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative, per il raggiungimento del successo formativo degli alunni con DSA”. Le ricerche neuro scientifiche, oggi ci assicurano, che bambini e ragazzi apprendono dall’imitazione (i neuroni a specchio!), dall’interazione sociale con i pari e nel fare esperienza diretta, usando le conoscenze acquisite imparano ad affrontare i problemi”. Conclusione? “Mille ragioni dichiarate ma la scuola italiana “è imprigionata nella didattica della “risposta esatta”, con quiz e test a crocette che “sottovalutano le capacità di apprendimento di ragazzi”. E come posizioniamo il digitale? “Di male in peggio, se non sono veicolati nel modo giusto. Programmi e investimenti sanciti dalla L.107/2015 rivolti alla tecnologia nella convinzione di rivolvere miracolosamente l’esigenza d’innovazione e il progressivo declino di motivazione, interesse e rendimento scolastico delle nuove generazioni. Invece, a un problema irrisolto ne abbiamo aggiunto un altro, che peggiora ulteriormente la situazione. Il digitale, infatti, crea dipendenza da stimoli visivi e interattivi e diminuisce l’interesse nei confronti della realtà rendendo ancora più fragile la capacità di attenzione”. Il digitale ha la sua valenza quando diventa mezzo utile per motivare all’apprendimento la generazione dei nativi digitali. Non va considerato sostitutivo tuor court e tantomeno sconfessato quale alienatore delle menti. Imparare a leggere e scrivere, sicuramente, mette in atto un processo di apprendimento tattile che richiede l’uso di importanti circuiti cerebrali dedicati alla lettura. Scrivere a mano sviluppa capacità visive, viso-motorie e viso-costruttive che l’uso della tastiera non stimola. Inoltre, la motricità fine legata alla scrittura influenza anche le capacità mnemoniche. Da recenti studi, spicca l’idea emergente sulla scrittura creativa teorizzata per la capacità critica. Per diventare uno strumento privilegiato all’apprendimento, la tecnologia deve restare all’interno di una cornice di uso collettivo e sociale da utilizzare a gruppi in classe. E non solo! L’educazione ai media o Media Education è un’espressione che deve entrare in modo perentorio e tassativo nelle Indicazioni Nazionali del Curricolo: la competenza mediale in riferimento alla formazione delle capacità di utilizzare opportunamente i media, da non confondere con l’educazione con i media, generalmente indicata con l’espressione “didattica tecnologica” o “tecnologie didattiche”, laddove i mezzi di  comunicazione sono considerati semplicemente in prospettiva strumentale. La competenza mediale (media literacy) include diverse dimensioni che può essere  riassunta in mediologia, capacità d’uso per trarre profitto dai contenuti, critica dei mezzi di comunicazione di massa riconoscendo, anche e soprattutto i pericoli per un orientamento rivolto alla formazione di abitudini responsabili e consapevoli. Compito della scuola è educare alla prudenza digitale per viaggiare informati e navigare sicuri, immaginare la propria cittadinanza digitale e non negarne l’esistenza ma accettarne le dinamiche. Ciò che diversifica, nativi ed immigranti digitali, non è la competenza tecnica, ma immaginare un formidabile ponte intergenerazionale ne è la soluzione. Dare di conseguenza valore allo spazio e senso al tempo in modo ricreativo, creativo, costruttivo in contesti formativi pedagogico – didattici ne è la soluzione. TANTI PAVENTI… e quindi, che fare? “Investire sulla formazione metodologica degli insegnanti, dalla scuola primaria alle superiori, offrendo loro – suggerisce Novara – dispositivi pedagogici innovativi, per liberarli finalmente dagli sterili automatismi del passato”. Il nuovo modello di riferimento metodologico dovrebbe avere tre parole chiave: azione, osmosi sociale, opportunità. Perché s’impara facendo – doing by doing , nel gruppo e dal gruppo, quello che si vuole e si può. E dovrebbe seguire precise condizioni procedurali: impostare una situazione stimolo aperta, che generi problemi e domande maieutiche, proporre e costruire esperienze, attivare riconnessioni e scoperte, riutilizzare in contesti e momenti diversi quello che si è appreso. La lezione frontale richiede molta capacità di attenzione, che se non sostenibile dagli adulti, figurarsi da bambini e ragazzi. Troppo facile la lezione frontale, non implica alcuna competenza pedagogica: si spiega, si richiede agli studenti lo studio individuale, attraverso la ripetizione dei contenuti spiegati, e, infine, si interroga e si valuta l’alunno. Il modo di vivere nell’era digitale cambia i paradigmi dell’apprendimento:non si impara da soli – Il migliore processo di apprendimento non si attiva mai in solitudine, ma nello studio di gruppo. Il genio intellettuale, che studia isolato, come Vittorio Alfieri che si lega alla sedia o Giacomo Leopardi rinchiuso nella biblioteca paterna, non sono modelli ma personaggi speciali, l’eccezione che conferma la regola. Le scoperte legate al sistema dei neuroni a specchio confermano l’importanza dell’interazione sociale per imparare: osservando gli altri nel nostro cervello si attivino le stesse aree necessarie per acquisire quelle informazioni. Inoltre, il gruppo attiva numerosi elementi emotivi e motivazionali e favorisce le capacità cognitive. La scuola, per sua natura sociale, gestisce un processo di apprendimento di gruppo, in cui la logica dell’isolamento è fuori contesto. Nella pratica della scuola italiana costatiamo quotidianamente che nella maggior parte delle classi di ogni ordine e grado ha ancora un ruolo egemone, la lezione frontale, che prevede la trasmissione nozionistica e individuale della risposta considerata “esatta”, che deve essere rielaborata in solitudine, nella convinzione diffusa che il confronto con gli altri sia solo una perdita di tempo, un elemento che disturba il tradizionale processo di apprendimento. C’è poi un secondo aspetto strategicamente essenziale: il gruppo. A scuola si impara nel gruppo e dal gruppo. S’impara molto di più dai coetanei che dagli insegnanti. L’esempio dei compagni, rivelando i propri meccanismi personali in azione, stimola più facilmente la comprensione e l’attivazione all’apprendimento. Nella scuola imperversa il divieto di copiatura, la proibizione al confronto reciproco, lo scarso utilizzo dei lavori di gruppo, mentre sono sottostimate le potenzialità della peer education o insegnamento reciproco. La rielaborazione e l’autovalutazione degli apprendimenti è doverosa, ma perché gli alunni ottengano migliori risultati è indispensabile dar loro la possibilità di osservare e imitare quello che fanno i compagni. Non è possibile una didattica efficace senza il gruppo classe. Nel processo di apprendimento tutti agiscono in maniera opportunistica, ossia in maniera discrezionale, imparando soprattutto ciò che rispecchia il proprio interesse adattandolo alle proprie possibilità e risorse. È il meccanismo della sostenibilità individuale, quello che chiarisce l’inutilità del dare consigli: posso spiegarti benissimo quello che farei io, ma non diventerà mai quello che farai tu se non è sostenibile interiormente per te, se non aderisce alla tua logica di interazione con il mondo. Ognuno impara quello che vuole e che può: c’è uno scambio profondo fra le risorse individuali e l’esperienza che un allievo vive. Un docente competente sa cogliere e sfruttare le dinamiche opportunistiche a vantaggio degli obiettivi  d’apprendimento, e sa riconoscere la diversità delle risorse valorizzando il percorso individuale più del risultato. La maieutica, quindi, come approccio vincente che come la lezione frontale, risale alla notte dei tempi ma, al contrario, risulta ancora oggi innovativa perché più aderente alle condizioni che permettono di imparare in modo efficace. Da Socrate a sant’Agostino, fino a Maria Montessori, Danilo Dolci o Paulo Freire, l’approccio maieutico all’apprendimento parte dall’assunto che, all’opposto della lezione frontale, l’attore del processo di apprendimento è lo studente, non il docente. La maieutica è orientata a sviluppare la capacità di acquisire apprendimenti che portano l’alunno a fare da solo e a essere in grado di costruire delle competenze permanenti, non estemporanee né basate su performance puramente ripetitive. Può essere sintetizzato in un’idea: “Fare esperienza insieme agli altri e affrontare in gruppo i problemi che rendono capace di imparare autonomamente” ed aggiungo, meglio se mediato dalla tecnologia. Il nuovo insegnamento deve impostare una situazione stimolo aperta, che generi problemi e domande maieutiche. Significa attivare e creare un momento di impatto e di sorpresa. Qualcosa che favorisca anche un decentramento, e l’incontro con l’inedito. È il meccanismo della motivazione estrinseca che però questa volta, invece di essere impostato classicamente sulla punizione o la gratificazione, funziona come stimolo. Ti attivo, ti coinvolgo, ti sorprendo, ti muovo. Il ruolo del docente è di proporre, costruire esperienze, progettare un ambiente e situazioni di lavoro, non di sostituirsi allo studente nel percorso. L’obiettivo è l’azione: incontri, sperimentazioni, laboratori, percorsi, ricerche, confronti sono alla base di questa impostazione didattica e il mezzo è il gruppo dentro al quale il percorso esperienziale si arricchisce delle risorse e delle potenzialità, come anche dell’esperienza del limite di ciascuno. Attivare, quindi, riconnessioni e scoperte è la fase del debriefing. Dopo che l’esperienza è stata fatta, occorre un lavoro in cui si cerca di capire, riconnettersi a ciò che già si conosce, verificare ciò che è stato scoperto. È la fase della rielaborazione attiva del materiale che comporta anche il processo di memorizzazione, riproposizione e infine archiviazione di ciò che si è imparato. L’ultimo step del processo riguarda le ricadute operative e le esercitazioni. È l’operatività, la possibilità di riutilizzare in contesti e momenti diversi quello che si èappreso che garantisce l’aver imparato. In questa logica, tanto antica quanto innovativa, la procedura didattica si svolge in una dinamica opposta a quella della spiegazione frontale che apparentemente appare semplice da gestire ma che, nella realtà, si rivela estremamente complessa.

 

Dott.ssa Gabriella Muraca Iannazzo

Referente scuolaE’…

Vibo Valentia

 

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Convegno: “che ansia sarò interrogato”

La professoressa Gabriella Iannazzo referente di “scuolaÈ…” per la provincia di Vibo Valentia,

ci segnala un importantissimo incontro che si terrà lunedì 21 maggio 2018 presso il liceo Tommaso Campanella di Lamezia Terme. Il convegno sarà tenuto dal relatore Giacomo Stella, professore ordinario di psicologia clinica presso la facoltà di scienze della formazione dell’università di Modena e Reggio Emilia, fondatore AID.

Pe ulteriori info, leggi la locandina

convegno lamezia

Inps: in Gazzetta il concorso per 967 funzionari

Scadenza per l’invio telematico delle domande al 28 maggio 2018.

È Stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2018, n. 34 il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a 967 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS, area C, posizione economica C1. Al concorso possono partecipare coloro che, alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande, sono in possesso di una delle lauree magistrali e dei requisiti indicati all’art. 2 del bando.
La domanda, debitamente compilata, deve essere presentata utilizzando il servizio online entro e non oltre le 16 del 28 maggio 2018. Il concorso prevede due prove scritte e una orale. Se le domande di partecipazione saranno più di diecimila, sarà effettuata una preselezione dei candidati, consistente in quesiti a risposta multipla, di carattere psicoattitudinale, logica, lingua inglese, competenze informatiche, cultura generale. Sede, ora e luogo delle prove e dell’eventuale preselezione saranno comunicati mediante pubblicazione sul sito dell’Inps, nella sezione “Avvisi, bandi e fatturazione”, alla voce “Concorsi” e sulla Gazzetta Ufficiale – IV Serie speciale “Concorsi ed esami” del 5 giugno 2018, pubblicazione che avverrà almeno 15 giorni prima del loro svolgimento. Il concorso viene bandito in contemporanea all’emanazione del Decreto del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il quale viene autorizzata la spesa per nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato in alcune amministrazioni pubbliche, fra cui l’Inps, che entro il 2020 potrà così assumere ulteriori 455 funzionari C1.

Fonte: Inps

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE E UTILIZZAZIONI ANNO SCOLASTICO 2018/2019

Contrattazione integrativa nazionale. Giovedì 3 maggio 2018 al Miur sono stati convocati i sindacati per avviare la trattativa sul rinnovo del CCNI Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico 2018/2019.

Ass. Provvisorie 2018 19

UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE 2018/2019, ECCO LE PROBABILI NOVITA’

La presentazione della domanda mobilità annuale 2018/2019 sarà, molto probabilmente, effettuata in date diverse rispetto agli ordini di scuola. La presentazione avverrà come sempre tramite istanze online, per la scuola dell’infanzia e la primaria, le domande potrebbero essere inoltrate anche nella prima decade del mese di luglio 2018, mentre per la scuola secondaria i tempi per l’inoltro sarebbero orientati verso la seconda metà del mese di luglio 2018.

Tutte le operazioni dovrebbero concludersi entro e non oltre il 31 agosto 2018, in modo da garantire un corretto avvio dell’anno scolastico 2018/2019. Non saranno consentite assegnazioni provvisorie per grado di istruzione diverso da quello di appartenenza nei confronti del personale che non abbia ottenuto la conferma in ruolo per l’anno scolastico 2017/18, mentre si ricorda che la sequenza operativa che riguarda i titolari di sostegno che chiedono assegnazione provvisoria su sostegno, precede le utilizzazioni su sostegno dei docenti che sono titolari su posto comune, subito dopo verranno fatte le assegnazioni provvisorie su sostegno dei docenti che sono titolari su posto comune.

Per quanto riguarda le preferenze si dovrebbe continuare con la richiesta delle singole scuole e della provincia, non dovrebbero esserci gli ambiti, aboliti, come per la mobilità territoriale e professionale, i comuni e i distretti. In buona sostanza l’assegnazione provvisoria potrà essere richiesta per una e una sola provincia (quella di ricongiungimento al familiare o convivente) indicando fino a 20 preferenze per i docenti dell’infanzia e primaria e fino a 15 preferenze per i docenti della secondaria di primo e secondo grado.

La novità importante potrebbe essere quella che consentirebbe a chi abbia ottenuto il trasferimento nella provincia di ricongiungimento, di non restare vincolato alla scuola o all’ambito di titolarità raggiunto in seguito alla mobilità 2018/2019, ma di potere produrre, all’interno della stessa provincia, la domanda di utilizzazione o assegnazione provvisoria.

 

Redazione scuolaÈ…

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